Burekeaters muore (di vecchiaia!)

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Carissimi, è molto tempo che ho voglia di scrivere questo post. Come avete visto, burekeaters viene ormai aggiornato con molta lentezza e pigrizia.

Vi spiego il perché.

Quando abbiamo iniziato eravamo praticamente i soli nel web a parlare dei balcani dal punto di vista della vita quotidiana. Trovare una foto di burek su internet era impossibile (vi confesso che la foto che trovate a destra è presa da un sito giapponese e ho dovuto lavorare molto di photosciop per renderla un minimo leggibile). Adesso le cose sono decisamente cambiate, sono tantissimi i siti, i blog, i dibattiti in rete che guardano alla vera cultura balcanica. Ai tempi, era una scommessa riuscire a parlare di noi fuori della guerra. Bene la scommessa l’abbiamo, una volta tanto, vinta.

L’iniziale vuoto è stato, ve lo immaginerete, molto difficile da colmare, però abbiamo lavorato sodo fino a raggiungere quasi seicento post. Abbiamo scritto giorno per giorno, mossi dalla curiosità e costruendo una comunità di gente che ha imparato insieme, post dopo post. Scrivevamo i nostri post e i nostri commenti aspettando che le nostre compagne/compagni ci raggiungessero, nel frattempo imparando a capirle/li: siamo partiti stranieri e adesso lo siamo molto meno. Ma pensandoci bene abbiamo fatto molto di più, con il nostro “stupore dell’ordinario” abbiamo mostrato una via, una via di inculturazione, di pace, che pochi, pochissimi hanno battuto e che mi sembra sempre più utile.

Abbiamo creato un’eterotopia, che è il contrario dell’utopia.

I balcani sono stati spesso messi in crisi dalle utopie dei capipopolo, sono stati sempre rivolti verso la chiusura del mondo perfetto, quello della convivenza interculturale della jugoslavija da una parte e quello dello stato etnico dall’altra. Hanno puntato a essere il modello di società perfetto.
Noi abbiamo scelto un’altra strada, quella dell’imperfezione. Imperfezione del resoconto innanzitutto, i nostri post sono sempre stati imprecisi, non erano post di “balcanisti/balcanologi” di gente che la sapeva lunga, anzi, erano post di uomini curiosi di fronte al nuovo, di gente davanti alla diversità che lavora per assorbirla, questa diversità.

Ecco, il perché del nostro stupore.

Noi che siamo stati stranieri abbiamo guardato i balcani senza imbarazzo, abbiamo chiesto e le risposte sono arrivate così numerose da spingerci fin qui. E l’umanità di tutte le popolazioni dei balcani ci ha arricchito, ci ha accolto, senza farci troppe domande.

Burekeaters muore però perché adesso non siamo più stranieri, perché io mi sono sposato con Biljana, Ale e Tamara vivono felici in Italia, Ivan e Dafne sono anche loro convolati a giuste nozze, insieme ai tanti stranieri/non stranieri della nostra comunità. Facciamo anche gli auguri a Fiore e Anita (anche i commentatori si sposano!) e a Ajnur e Simona che invece sono all’inizio della loro avventura.

Insomma, il nostro percorso è stato compiuto e ha dato i suoi frutti, soprattutto negli occhi dei nuovi curiosi, dei nuovi stranieri d’elezione che cammineranno la strada di praticare l’altro e di imparare. Cammineranno, stanno già camminando, attraverso tutti i blog che si sono formati da qui o che hanno incrociato il nostro modo e lo vogliono continuare: attraverso il blog del buon bepìn, quello di vale e dajana, quello di Jadran, samopravo, di sajkaca, Francesco e di tutti coloro che vorranno aggiungere il loro nome a questa lista.

Vi dicevo che burekeaters è un’eterotopia: il posto altro/dell’altro/altrove. Burekeaters è sempre stato altrove, un altrove che è arrivato giusto in tempo, per indicare che la guerra è finita.

Un ultimo saluto va anche a Alessandra con cui speriamo di prendere un panino a Siracusa o a Prokuplije prima o poi e a Davor, il grande, oltre che a Filippo e Ivana, i nostri amici di vecchia data, coppia transchengen al contrario e a Miljance!

E ovviamente pensiamo a Alex a cui tutto questo è sempre stato dedicato.

Auguriamo a tutti il meglio e pur non aggiornando più il blog con regolarità, vi promettiamo di farci vivi di tanto in tanto.

Hajde, priatno.
Francesco e Bi.