Italian sapunica

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Targhe

Sono le 16:50 di un pomeriggio qualsiasi, sto percorrendo in auto la via principale di Prokuplje, la Ratka Pavlovica, ho appena segnalato la svolta a sinistra e ho già individuato un parcheggio proprio di fronte all’aula dove, tra una decina di minuti, maltratterò i miei studenti con l’uso del congiuntivo per esprimere l’imperativo di cortesia in italiano.

Proprio sull’incrocio c’è un poliziotto: avrà 25 anni al massimo, biondoslavatoocchiceruleo che che, ovviamente, mi invita ad accostare. “E’ inutile, con quest’auto, pensare di passare inosservati”, penso, e “che brutta uniforme, le mezze-maniche a rigone fosforescenti sono davvero terribili !”. Dunque accosto. Segue dialogo: “Patente e libretto, prego !” “Prego !” “Deve andare alla motorizzazione !” “Come !?” “Si, le hanno sbagliato il nome sulla patente.” “In che senso ?” “Ecco, vede, hanno scritto “Alessandra” invece di “Aleksandra”. “!!??!?!” (mia espressione di sbigottimento), No, guardi, non c’è nessun errore. Questa patente è italiana e, in italiano, il mio nome è “Alessandra”, con due “s” “Aha…Mi scusi, può andare” “Grazie” Seguono 90 minuti di lezione con pausa caffè-sigarette (in aula !) Riprendo l’auto che, ho dimenticato di spiegare, non passa inosservata non in quanto catorcio (non se la filano nemmeno i maiali, meglio le Trabant), ma in quanto catorcio con evidenti targhe italiane. Il poliziotto è ancora sull’incrocio con le sue mezze-maniche orripilanti, ancora più evidenti al crepuscolo. Mi ri-ferma. “sta je sad ?” “Ah, ti si !” (ah, sei tu !) “Da, vec si me zaboravio !” (si, mi hai già dimenticato !), faccio io, sospettando di esercitare un certo fascino sul soggetto in questione, d’altronde, il fatto che io piaccia ad alcuni serbi è decisamente inconfutabile e una delle prove di tale tesi si aggira per casa mia tendando di evolversi dalla condizione di quadrumane a quella di bipede. “Izvini, nisam te prepoznao. Vidimose !“ (Scusa, non ti avevo riconosciuto. Ci vediamo !) “Ajde ciao !”.

Torno a casa e non faccio a tempo a raccontare l’accaduto che la deliziosa creatura di cui sopra provoca l’immediato intervento genitoriale, ahimè tardivo: la carta automobilistica di Serbia e Montenegro lasciata accidentalmente sul tavolino è stata appallottolata sul lato meridionale (lato Kosmet, fino a Kursumlja inclusa, lato montenegro ad ovest di Kotor).

La creatura sorride decisamente beffarda: -tanto io vado al mare o in Versilia o dalla nonna a Siracusa, ko ih jebe…- sembra voler dire, pensando all’imminente referendum. Il padre della creatura commenta: “tua figlia, di geopolitica, ne capisce più di te”. Ma certo, loro sono serbi ! Mi dichiaro minoranza costitutiva (sono l’unica italiana a Prokuplje) e mi ritiro in cucina con propositi secessionisti. Stasera spaghetti alla carbonara, iz inata, anche se io mangerei volentieri l’abominevole karadjordjeva….