La moda nei balcani

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Allora sappiate che anche nei Balcani la moda, come è ovvio, ha un suo peso nella vita quotidiana della gente anche se ha delle logiche un tantino diverse rispetto alle nostre.

Primo: l’abbiagliamento etnico. In Italia va fortissimo: le ragazze (ma anche i ragazzi talvolta) indossano abiti gipsy perché fa figo, fa “alternativa”, indica anticonformismo e spirito critico. Niente di tutto questo nei Balcani, nei balcani si vestono gipsy, i rom, punto. Quello che per noi è uno “stile” importato per chi vive nei Balcani è un normale tratto identitario etnico.
I so called “alternativi”, in genere, preferiscono indossare robe dure, occidentali, punk, chiodi e scarponcini.

Un modello di Bitsiani

Secondo: l’eleganza. Nei Balcani la roba italiana va fortissimo (a Skopje praticamente non esiste negozio di moda che non sia Italiano o Spagnolo). Ma il modo di vestire è molto diverso dal nostro. Non è easy, il loro modo, non è falso casual come da noi, il casual è un concetto assolutamente rifiutato, uscire per andare in un pub, significa rifilarsi per bene, implica tacchi a spillo e scollature. Nei Balcani ciò è perfettamente normale, da noi può talvolta apparire fuori contesto: ecco perché le ragazze slave si fanno sempre notare in Italia, oltre che per la loro bellezza di partenza, anche per la questione dell’essere appariscenti, fuori dai canoni della nostra normalità.

La mia camicia di Bitisiani

Terzo: Bitsiani. C’è anche una moda autoctona e viene dalla Grecia, soprattutto. La moda balcanica segue il concetto di eleganza di cui sopra: è superelegante, caricata e “visibile”. Biljana mi ha regalato una camicia di Bitsiani (nella foto!) aderente e con il colletto di trenta centimetri (eheh) di cui sono orgogliosissimo. Ecco ogni volta che la metto c’è sempre qualcuno che mi domanda: Ciccio, dove l’hai pescata questa camicia?? Sono convinto di essere l’unico palermitano con la camicia greca, il che mi piace assaje e soprattutto è il segno per me della mia anima divisa in due, del mio cambiamento, della mia progressiva inculturazione balcanica.